Chissà se piangevi?
Chissà se piangevi,
Dryopiteca * piccolina,
a sillabare per prima l’aria di mani,
la conquista del cielo con gli occhi,
apparso per primo prodigio
nel varco dei tuoi boschi,
Ninfa del Miocene,
chissà se piangevi?
Le viridate tue lacrime,
il dolore scoperto nel sale sulle labbra,
a terra cadevano,
hai accolto così in te anche
il pianto delle tue sorelle di prima.
Trenta milioni di anni per assaporare
il soffrire come un sapore; più tardi,
cangiata in resina invetriata,
la dolente Mirra imperlerà
di cera d’avorio il pianto d’amore
a te forse risparmiato
Bambina Primate,
cucciola di nostra forma.
Tra gli alberi batteva il tuo cuore,
i tuoi denti sonori ritmavano il respiro
in suoni di preparola.
E non so se piangevi,
se capivi la musica della savana,
la voce delle conifere,
l’intelligenza del silenzio.
Ne so quanto te del mistero dei rami,
delle foreste troppo spesso nemiche.
Quanti milioni di anni
ha la storia delle mie lacrime?
E tu forse per prima nel folto verde
le hai viste cadere,
perle tue, non di pioggia
e hai distinto la rugiada dalla pena,
forse solo uno squittio più debole
per nominarle.
Chissà se piangevi, tra tende di querce,
Tu che migravi di stato,
Tu minuta tra i giganti,
Tu che per gradi sottili
pervenivi all’umano?
Mi giunge per sordo boato
di immani ere per te inesplorabili,
la voce del tuo pianto sconosciuto,
la transizione dei mondi avviata
oltre l’oceano abissale
richiuso sulle tue piccole spalle.
Nel mio, raccolgo le tue inconsapevoli
lacrime fossili,
i sospiri mai emessi,
l’amore che non hai potuto neppure pensare.
Ma chissà se piangevi?
* I Dryopitechi, letteralmente “scimmie degli alberi” (più etimologicamente, querce), abitarono tra Europa e Africa nel Miocene, tra trenta e venti milioni di anni fa.
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