Gabriella Cinti – Prima

Chissà se piangevi?

Chissà se piangevi,
Dryopiteca * piccolina,
a sillabare per prima l’aria di mani,
la conquista del cielo con gli occhi,
apparso per primo prodigio
nel varco dei tuoi boschi,
Ninfa del Miocene,
chissà se piangevi?
Le viridate tue lacrime,
il dolore scoperto nel sale sulle labbra,
a terra cadevano,
hai accolto così in te anche
il pianto delle tue sorelle di prima.
Trenta milioni di anni per assaporare
il soffrire come un sapore; più tardi,
cangiata in resina invetriata,
la dolente Mirra imperlerà
di cera d’avorio il pianto d’amore
a te forse risparmiato
Bambina Primate,
cucciola di nostra forma.
Tra gli alberi batteva il tuo cuore,
i tuoi denti sonori ritmavano il respiro
in suoni di preparola.
E non so se piangevi,
se capivi la musica della savana,
la voce delle conifere,
l’intelligenza del silenzio.
Ne so quanto te del mistero dei rami,
delle foreste troppo spesso nemiche.
Quanti milioni di anni
ha la storia delle mie lacrime?
E tu forse per prima nel folto verde
le hai viste cadere,
perle tue, non di pioggia
e hai distinto la rugiada dalla pena,
forse solo uno squittio più debole
per nominarle.
Chissà se piangevi, tra tende di querce,
Tu che migravi di stato,
Tu minuta tra i giganti,
Tu che per gradi sottili
pervenivi all’umano?
Mi giunge per sordo boato
di immani ere per te inesplorabili,
la voce del tuo pianto sconosciuto,
la transizione dei mondi avviata
oltre l’oceano abissale
richiuso sulle tue piccole spalle.
Nel mio, raccolgo le tue inconsapevoli
lacrime fossili,
i sospiri mai emessi,
l’amore che non hai potuto neppure pensare.
Ma chissà se piangevi?

* I Dryopitechi, letteralmente “scimmie degli alberi” (più etimologicamente, querce), abitarono tra Europa e Africa nel Miocene, tra trenta e venti milioni di anni fa.

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Lorenzo Pataro – Amuleti

Ancora ritorna lo sparviero
il nibbio a piantare l’urlo nella schiena
a percorrere il dolore come un dito
che tocca la ferita e la ripara

la stagione degli amori ritorna
e spalanca i richiami dei tordi nella nebbia

se getti il germoglio sul cemento
lo ruba la gazza e lo conserva

nel nido poi scopre il tuo segreto
e smette di brillare ogni preghiera

ancora ritorna lo sparviero
la poiana caduta a capofitto.

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Michele Donati – Il paesaggio nuovo

nel mare di grano
uomini subtropicali
vanno come fantasmi
le buste di plastica in mano

la valle è una gola vasta
percorsa dall’elettricità
non può che parlare
                                          infinite lingue

la lingua del gesso
si spinge fino in fondo
arriva al pozzo dell’acqua nera

e quando beve
l’acqua si fa bianca
e quando canta
l’acqua vola

                    come l’opera in sogno

è una lingua che bisogna capire in silenzio

IV
eccoci sui pianeti
                                 dove non siamo stati
le immagini provenienti da marte
sono a colori e per questo
ci sembrano più reali
di quelle foto con i corpi ammassati
sono dettagliate e possiamo distinguere
rocce polveri crateri
                                          possiamo
riconoscere la natura

le immagini del mondo alieno
sono il risultato di un’elaborazione
in cui molti vorrebbero abitare
ed altri si domandano se
una civiltà possa dileguarsi
senza lasciare memoria

ma anche noi un giorno saremo
tra i popoli costretti ad emigrare

da sempre chi scruta nell’universo
è scosso dai presagi

Ricercare

inoltrarsi nei sotterranei
nelle cavità grezze dell’età
sono le grotte dove nasce l’uomo
segni volontari
ottenuti miscelando sangue e terra
la sacra riverenza per l’oscurità
la violenza la paura
                                      il fuoco

nasce l’uomo con le proprie mani
e con il proprio sguardo
plasma la realtà il linguaggio
                                                         si inventa
sono le catacombe il peccato originale
l’albero della conoscenza del bene e del male
percorso nelle sue radici

fuggire da quell’abisso di verità
che rende puro lo spirito
consegnarsi alla caccia
delle ombre
                     proiettate su parete
dalla fiamma sghemba delle torce
consegnarsi alla caccia e ricercare
il vertice del sole ricercare
uno sguardo puro
che renda libero il gesto

Il paesaggio nuovo, Il Vicolo 2021.
Nota di Francesco Sassetto.

Assaggi d’estate 2022

Al via la terza edizione della rassegna Assaggi d’estate 2022

Quest’anno la rassegna estiva organizzata dall’associazione culturale Assaggialibri con il sostegno del Comune di Piombino si trasferisce in Piazza Cittadella a Piombino, all’interno del cartellone PiombinoCULT, organizzato dal Caffè letterario La Cittadella. Molti gli appuntamenti, tra libri e teatro.

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